Roberto Pizzutti *

* Naturalista, facente parte del Gruppo Regionale di Esplorazione Floristica (G.R.E.F.), Ispettore forestale.


Rinvenimento di Paronychia kapela (Hacq.) A.Kern. subsp. kapela ,
entità considerata estinta in Friuli Venezia Giulia

 

Riassunto : Si rende noto il ritrovamento della Cariofillacea Paronychia kapela (Hacq.) A.Kern. subsp . kapela sul greto del Torrente Meduna in Comune di Cavasso Nuovo; si tratta di un'interessante entità a distribuzione Mediterraneo-montana, in precedenza considerata estinta in regione.

Abstract : Finding of Paronychia kapela (Hacq.) A.Kern. subsp. kapela , entity considered extinct in the Friuli Venezia Giulia region (north-eastern Italy).

The paper deals the observation of Paronychia kapela (Hacq.) A.Kern. subsp. kapela (Caryophyllaceae) along the bank of the Meduna stream, in the municipality of Cavasso Nuovo (province of Pordenone); P. kapela kapela is an interesting entity with Mediterranean-mountain distribution, previously considered extinct in the region.

 

Premessa

            Il sito del rinvenimento di Paronychia kapela (Hacq.) A.Kern. subsp. kapela (famiglia Caryophyllaceae) è localizzato in Comune di Cavasso Nuovo (provincia di Pordenone), fra lo sbocco in pianura del Torrente Meduna e il margine occidentale dei modesti rilievi di Sequals, alla quota di circa 225 m sul livello del mare. Si trova su alluvioni wurmiane e recenti, costituite da sedimenti grossolani calcarei e dolomitici.
            L'area appartiene al demanio idrico regionale e fa parte dell'Area di Rilevante Interesse Ambientale (A.R.I.A.) del Torrente Meduna e del Torrente Cellina. Presenta, in ottimo stato di conservazione, alcune associazioni vegetali ascrivibili a due tipologie di ambiente naturale di interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE): "Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea" e "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di orchidee".
            Sulla superficie interessata sono prevalenti le praterie xeriche di tipo substeppico che si sviluppano lungo un gradiente edafico (dalla prima colonizzazione del greto a crisopogoneti su substrato ferrettizzato) da attribuire prevalentemente alle associazioni Centaureo dichroanthae-Globularietum cordifoliae e Chamaecytiso hirsuti-Chrysopogonetum grylli.
            Vi si trovano molte specie endemiche e rare, quali Matthiola fruticulosa (L.) Maire subsp. valesiaca (Boiss.) P.W.Ball, Centaurea dichroantha A.Kern., Euphorbia triflora Schott. subsp. kerneri (Huter) Poldini, Polygala nicaeensis Risso ex Koch subsp. forojulensis (A.Kern.) Graebn. e soprattutto una non trascurabile popolazione di Brassica glabrescens Poldini (Bertani ., ex verbis) . Inoltre, sono presenti numerose specie alpine fluitate lungo il corso d'acqua, che dimostrano il collegamento fra la pianura e i rilievi montani.

 

Materiali e Metodi

I sopralluoghi nell'area in oggetto sono stati condotti nel periodo maggio-giugno del triennio 2002-2004.
Le piante rinvenute sono state identificate con le chiavi di Zangheri (1976) e di Pignatti (1982). Per la nomenclatura e per la distribuzione nella regione Friuli Venezia Giulia sono stati utilizzati i volumi di Poldini (1991 e 2002) e di Poldini et al . (2002).

            Per la localizzazione del sito sul territorio si sono seguiti il reticolo U.T.M. e il reticolo della Cartografia floristica del Friuli Venezia Giulia (cfr. Poldini, 1991; Poldini et al ., 2002).

 

Reperti floristici

Localizzazione del sito: (U.T.M.) 33TUM2917-3017, circa 225 m sul livello del mare; (cartografia floristica) 9842/II.

Il primo rinvenimento di esemplari di P. kapela kapela è avvenuto il 5 maggio 2002. Questa entità risulta "rediviva" per il Friuli Venezia Giulia e l'Italia settentrionale. Si tratta di una specie emicriptofita, appartenente all'elemento corologico Mediterraneo-montano.

La specie è stata scoperta in una sola località in circa 10 nuclei separati, costituiti da un numero limitato di esemplari, in un'area lunga circa 500 m e larga 300 m. In particolare, è stata individuata nella fascia di transizione a magredo primitivo fra l'alveo attivo del Torrente Meduna (a est) e formazioni magredili evolute o aree dissodate/coltivate (a ovest), su ghiaie superficiali di media pezzatura, in via di colonizzazione e con grado di copertura complessivo della vegetazione erbacea inferiore al 50%.

Dopo i primi rilevamenti, esemplari di questa entità sembravano presenti esclusivamente lungo una fascia, parallela al corso d'acqua, di circa 100 m; tuttavia, in successivi sopralluoghi (anni 2003 e 2004) sono stati rilevati anche più a est, verso l'attuale alveo del Torrente, in condizioni di maggiore primitività (Bearzatto, ex verbis ).

Presso due nuclei, ove P. kapela è stata individuata, sono stati effettuati i rilievi floristici i cui risultati sono riportati in tabella 1.

 

Considerazioni corologiche

P. kapela è una specie a distribuzione Mediterraneo-montana, di prati aridi alpini (1300-2400 m, in Istria quasi fino al livello del mare) (Pignatti, 1982). Secondo Fiori e Paoletti (1896-1898) è presente nell'Europa meridionale, nella Tauride, in Asia Minore e nell'Africa boreale. Secondo Tutin et al . (1964) è presente nel Sud-Europa. I sopracitati Autori riportano che sono conosciute tre sottospecie ( P. kapela kapela ,P. kapela serpyllifolia (Chaix) Graebn., P. kapela chionaea (Boiss.) Borhidi). La prima viene indicata come presente su tutto l'areale della specie, eccetto la Spagna e la parte meridionale della Penisola Balcanica; la seconda viene indicata in Spagna e Pirenei, Alpi occidentali e Appennini; la terza nella Penisola Balcanica e nella regione Egea.

Pospichal (1897) la indicava presente anche in Slovenia, ma il dato non viene confermato da lavori recenti.

Per quanto riguarda la distribuzione in Italia, Pignatti (1982) indica P. kapela kapela presente nell'Appennino centro-meridionale, dai Sibillini al Pollino e Cozzo del Pellegrino, dove è comune. Viene riportato che P. kapela serpyllifolia è presente nelle Alpi Cozie e Marittime, dalla Val di Susa alla Liguria, dove è rara. Lo stesso Autore suggerisce che P. kapela kapela abbia significato di specie transadriatica, che avanza fino all'Istria orientale (Fianona, a Sud-Est di Fiume), e mette in evidenza che segnalazioni per il Carso monfalconese e goriziano e Tolmezzo, benché verosimili, non sono state verificate di recente. Per quanto riguarda specificatamente le località friulane, risulta una antica segnalazione risalente al Brignoli nell'Erbario di Pirona, riportata dai Gortani (1905-1906) e da Poldini (1991) per luoghi rupestri aprichi fra Gorizia e Monfalcone. È invece presumibilmente da attribuire ad errore la segnalazione per Tolmezzo. Poiché la specie non è più stata ritrovata nel corso del XX secolo, Poldini (2002) indica P. kapela kapela fra le specie localmente estinte.

Si ricorda che la denominazione specifica della specie (" kapela" ) deriva dall'omonimo gruppo montuoso della "Velika Kapela" in Croazia (a Sud-Est di Fiume).

 

Discussione

La specie risulta comune nel suo areale sud-est europeo e pertanto non presenta rischi di estinzione o altri motivi di inserimento nella Lista rossa delle piante d'Italia. Tuttavia, la presenza di questa entità in Friuli è di notevole interesse, per il possibile significato biogeografico e storico che rappresenta. Infatti, il sito più prossimo di P. kapela è l'Istria orientale, ossia a circa 150 Km di distanza in linea d'aria dal Torrente Meduna. Si osserva pertanto la frammentazione dell'areale, fatto comune a diverse specie al margine della loro distribuzione.

Sebbene non possa essere esclusa la possibilità di una recente colonizzazione dell'area friulana per effetto del moderno pascolo transumante, la presenza di esemplari di P. kapela kapela su una superficie relativamente vasta e la tipica composizione floristica dell'associazione vegetale di cui è parte integrante, fanno ritenere improbabile l'avventiziato (alcune specie ruderali, pur essendo presenti, sono rappresentate da singoli esemplari e inoltre fisionomicamente la fitocenosi è tipicamente magredile).

Sono invece più plausibili due ipotesi sulla presenza di P. kapela in Friuli, che possono essere riassunte come sotto indicato:

1) specie di antica presenza, legata comunque all'attività di pascolo transumante (antico);
2) specie con presenza relitta nell'Italia nord-orientale, con areale anticamente continuo ed attualmente disgiunto dal principale sud-est europeo per effetto di fenomeni naturali (es. modifiche climatiche) non direttamente dipendenti da attività umane.

In quanto entità a distribuzione disgiunta con possibile legame ecologico con il pascolo transumante, P. kapela si può accostare a due significative specie della flora regionale: Wulfenia carinthiaca Jacq. e Daphne blagayana Freyer. La prima è presente nelle Alpi Carniche sopra Pontebba (Passo Pramollo, dove le stazioni estreme distano fra loro circa cinque km), ma l'areale principale è nel Montenegro e in Albania (Pignatti, 1982). La seconda, invece, è presente in alcune località dell'Alta Valle del Torrente Meduna in Friuli, in Slovenia (estremo occidentale nella Val Tribussa - Selva di Tarnova), in Croazia e nelle Alpi Transilvaniche, mentre il nucleo distributivo centrale è localizzato in Serbia e in Bosnia-Erzegovina (Martini e Poldini, 1990).

Vi è poi un altro carattere che accomuna le tre specie: l'orofitismo. È molto probabile che la disomogeneità del territorio montano giochi un ruolo significativo sulla frammentazione dell'areale e la permanenza di habitat idonei alla sopravvivenza delle specie in condizioni relitte.

Sarebbe interessante approfondire la conoscenza della biologia della specie per verificare in quali condizioni sia in grado di colonizzare un habitat magredile e quale sia la velocità di crescita, e possibilmente stimare l'età degli esemplari della popolazione rinvenuta lungo le rive del Torrente Meduna (la specie è perenne).

 

Conclusioni

La presenza di P. kapela kapela aumenta significativamente il valore naturalistico dell'area dei magredi del Torrente Meduna. Il valore storico-culturale della cariofillacea, unitamente al valore biologico degli endemismi floristici e alle particolarità faunistiche, dovrebbe far meditare notevolmente prima di avviare la distruzione dell'area presa in esame nel presente lavoro. Nonostante ciò, il Progetto di piano stralcio per la sicurezza idraulica del bacino del Livenza sottobacino del Cellina-Meduna, adottato dal Comitato istituzionale dell'autorità di bacino dell'Alto Adriatico, prevede per questo territorio la costruzione di una diga (diga di Colle) e la realizzazione di un invaso che possono causare la completa perdita degli habitat magredili e delle preziose specie che ivi sono ospitate, prima fra tutte l'importantissimo endemismo B. glabrescens ; da ciò emerge un ulteriore richiamo a W. carinthiaca , che a Pramollo è minacciata dalle speculazioni edilizie e dalle piste da sci (Pignatti, 1982).

 

Ringraziamenti

            Si ringraziano Pietro Zandigiacomo, Manuela Agostinelli, Massimo Barbo e Valentino Verona per gli utili consigli forniti nel corso della stesura del presente contributo, nonché Claudio Bearzatto e Gianfranco Bertani per le preziose informazioni fornite.

 

Bibliografia

-Fiori A.,Paoletti G., 1896-1898 - Flora analitica d'Italia . Padova.
-Gortani L., Gortani M., 1905-1906 - Flora Friulana con speciale riguardo alla Carnia . Udine.
-Martini F., Poldini L., 1990 - Daphne blagayana Freyer (Thymeleaceae), nuova per la flora d'Italia . Webbia, 44 (2).
-Pignatti S . (a cura di), 1982 - Flora d'Italia . Voll. 1, 2 e 3. Edagricole, Bologna.
-Poldini L., 1991 - Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli-Venezia Giulia . Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e -Università degli Studi di Trieste.
-Poldini L., 2002 - Nuovo atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia . Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Università degli Studi di Trieste.
-Poldini L., Oriolo G., Vidali M., 2002 - La flora vascolare del Friuli Venezia Giulia. Catalogo annotato ed indice sinonimico . Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Università degli Studi di Trieste.
-Pospichal E., 1897 - Flora des Österreichischen Kustenlandes . Leipzig u. Wien.
-Tutin T.G., Heywood V.H., Burges N.A., Moore D.M., Valentine D.H., Walters S.M., Webb D.A., 1964 - Flora Europaea . Cambridge University Press. Cambridge.
-Zangheri P., 1976 - Flora italica .Voll. 1 e 2. Cedam, Padova.

 

 

Fig. 1 - Panoramica del sito di ritrovamento. È evidente l'imbocco della valle prealpina del Torrente Meduna, posto a circa quattro chilometri dal punto di ripresa.

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 Fig. 2 - Nell'area golenale del Torrente Meduna, Paronychia kapela kapela predilige il margine dei nuclei di colonizzazione delle ghiaie.




Fig. 3 - L'immagine evidenzia il portamento serpeggiante, i fusti legnosi ed i fiori formanti un glomerulo apicale bianco-niveo di Paronychia kapela kapela.




Fig. 4 - Il perigonio di Paronychia kapela kapela è formato dal solo calice, brevemente tubuloso, in alto diviso in 5 lobi ("sepali"), a maturazione formante il pericarpo del frutto (che è un achenio). L'insieme dei fiori costituisce un glomerulo apicale bianco niveo (diametro 8-15 mm) ove sono evidenti principalmente le tipiche brattee argentine. Nel riquadro, particolare di un glomerulo apicale con ancora evidenti sepali e stami.





Tab. 1 - Esiti di due rilevamenti floristici in due aree in cui è presente Paronychia kapela kapela, con indicazione del grado di copertura della superficie delle singole specie (r = specie rara; + < 1% di copertura; 1 = 1-20%; 2 = 21-40%).


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